“Il potere d’acquisto logora chi non ce l’ha”: pensionati Cgil Asti in piazza a Torino il 31 ottobre
Pier Mario Coltella, segretario generale dello SPI Cgil Asti, nell’annunciare la massiccia partecipazione del sindacato Astigiano alla manifestazione di Torino giovedì 31 ottobre (al momento sarebbero già previsti due pullman, oltre a quanti si muoveranno con mezzi propri), illustra le ragioni dell’iniziativa sindacale:
“La necessità di una forte mobilitazione deriva dalla delicatezza del momento – spiega Coltella – Il rischio concreto è che, con questa legge di bilancio, a pagare siano sempre gli stessi. In particolare, i pensionati che già ora a causa del taglio della perequazione delle pensioni, unito al forte aumento dell’inflazione, hanno subito una notevole riduzione del loro potere d’acquisto. Una perdita che inciderà per sempre sulle pensioni. L’assegno pensionistico non è una concessione ma un diritto, maturato dopo anni e anni di lavoro: non accetteremo che si mettano ancora le mani in tasca ai pensionati”.
Il sindacato pensionati della Cgil astigiana, nell’ambito del più ampio programma nazionale che prevede manifestazioni in tutta Italia dal 28 al 31 ottobre, scenderà in piazza manifestando sotto la sede della Regione Piemonte.
“Le due malattie del nostro paese sono il lavoro povero con tutte le forme di precariato dal part-time involontario al lavoro interinale: basti dire che 8.000 lavoratori dipendenti vivono con un reddito lordo annuo inferiore a 10.000 euro – prosegue Coltella – e l’evasione fiscale sarebbe un enorme bacino di risorse da dove si potrebbero trovare anche i fondi per i necessari investimenti nel settore socio-sanitario”.
Il sindacato si dice preoccupato per le recenti affermazioni del governo sui sacrifici necessari in vista della legge di bilancio: “Le pensioni non vengono rivalutate – dice Coltella – il potere d’acquisto diminuisce e un fisco ingiusto condona gli evasori, prelevando invece soldi dalle pensioni come fossero un bancomat. Chiediamo che il governo non faccia cassa con le pensioni ma si impegni in una rigorosa lotta all’evasione fiscale. Gli anziani non sono un problema, ma una risorsa della nostra società. Sostituiscono e sostengono le famiglie laddove lo Stato manifesta le proprie carenze, fanno volontariato, tengono vive e unite le comunità sul territorio. Vanno sostenuti e non penalizzati, per questo scendiamo in piazza”.
Secondo il segretario dello SPI CGIL di Asti “E’ necessario che il governo intervenga sulle forme di contratto atipico, che non producono più occupazione ma consentono nuove forme di sfruttamento
del lavoro. Per questo lo SPI di Asti parteciperà convintamente alla mobilitazione annunciata dallo SPI Piemonte, dal titolo “Il potere d’acquisto logora chi non ce l’ha”.
LE RIVENDICAZIONI
Persone non autosufficienti invisibili:
La legge sulla non autosufficienza, conquistata grazie alle mobilitazioni dei sindacati, è ancora inattuata: mancano i finanziamenti per garantire a tutti e tutte il diritto alle cure e all’assistenza.
Un Paese diviso e iniquo:
La legge sulla autonomia differenziata approvata dal Parlamento non garantisce uguali diritti per cittadini e cittadine d’Italia e peggiorerà anche l’economia e lo stato sociale del Veneto.
Pensionati bancomat d’Italia:
Tutte le pensioni hanno diritto a conservare il proprio valore nel tempo, non vanno penalizzati coloro che hanno sempre rispettato le regole, versato i contributi e pagato le tasse.
Fisco ingiusto:
Oggi la tassazione su pensionati e pensionate pesa il doppio della media europea. Vogliamo una forte riduzione delle tasse a lavoratori e lavoratrici, pensionati e pensionate, attraverso una riforma fiscale realmente redistributiva che risponda a criteri di equità, solidarietà, progressività, a favore dei redditi medi e bassi.
Inflazione in crescita e potere d’acquisto ai minimi:
L’inflazione cumulata negli ultimi anni pari al 17,3% ha eroso drasticamente il potere d’acquisto delle pensioni, soprattutto delle più basse, per le quali l’inflazione reale è stata al 22,3%, costringendo pensionati e pensionate a tagliare le spese e rinunciare a beni essenziali e cure. La rivalutazione dell’1% non potrà mai recuperare i 20 punti percentuali persi!
Privatizzazione della sanità:
L’impoverimento del servizio sanitario pubblico, la mancanza di personale e le lunghe liste d’attesa hanno costretto cittadini e cittadine a rinunciare alle cure oppure a rivolgersi alla sanità privata, pagando di tasca propria servizi e prestazioni. Servono ingenti investimenti e un piano di assunzioni straordinario nel sistema sanitario pubblico.
Lavoro povero e precario:
Vogliamo un lavoro stabile, sicuro, tutelato e dignitoso anche per garantire un sistema di welfare universale.