L’utile di Poste Italiane? Sulla pelle dei lavoratori delle società in appalto
Il gruppo Poste italiane fa il pieno di utili nei primi nove mesi del 2021 (+30,7% a livello consolidato, per un totale di 1,174 miliardi) e spinge sui ricavi (+11,7% a 8,445 miliardi).
Un management sicuramente da elogiare, se non fosse che una parte di questo utile è « fatto » sulla pelle delle lavoratrici degli appalti di pulizia, alle quali vengono riconosciuti bassi salari e a cui Poste Italiane ha tagliato, nel corso degli anni, gli orari di lavoro, pretendendo però sempre lo stesso standard qualitativo. Se poi le aziende a cui viene appaltato il servizio non pagano i lavoratori, per Poste Italiane non è un problema.
Tutto è inaccettabile. La storia è semplice: da diversi decenni Poste Italiane ha appaltato i servizi di pulizia degli uffici postali in tutta Italia. Negli ultimi anni nelle province di Asti ed Alessandria Poste Italiane ha affidato, tramite gara d’appalto, i servizi di pulizia dei propri uffici all’azienda Nuova Idea srl di Caltanissetta. Fin da subito si sono verificati diversi problemi nel pagamento degli stipendi. Come sindacato abbiamo immediatamente fatto presente che le lavoratrici non avrebbero potuto sostenere questa situazione a lungo, anche in considerazione del fatto che devono farsi carico loro delle spese per spostarsi da un luogo all’altro. Stiamo parlando di lavoratrici che percepiscono stipendi che vanno dai 300 ai 600 euro lordi al mese. Persone che, pur lavorando, in molti casi non superano la soglia di povertà.
I continui ritardi nei pagamenti, più volte segnalati al committente, creano gravi situazioni economiche alle lavoratrici che, nonostante gli stipendi “da fame” , devono garantire il servizio per non incorrere in pesanti penalizzazioni. L’azienda a cui è stato affidato l’appalto versa in gravi difficoltà economiche e questo temiamo possa aggravare la situazione non solo per il pagamento dei salari, ma anche per il versamento dei contributi pensionistici. Inoltre, l’appalto è scaduto nel mese di novembre e, al momento, nulla si sa sulla nuova gara.
Per questi motivi le Filcams Cgil di Asti e Alessandria hanno chiesto l’intervento diretto di Poste Italiane nel pagamento degli stipendi, senza ricevere però né risposta né un segnale di solidarietà nei confronti delle lavoratrici. Evidentemente lo 0,0000001 degli azionisti è più importante della vita delle lavoratrici che operano quotidianamente per garantire la pulizia e la sanificazione dei locali degli uffici postali.
Se la situazione non dovesse cambiare immediatamente sarà nostra cura informare gli utenti, filiale per filiale, dell’attenzione che Poste Italiane garantisce ai lavori delle aziende in appalto.